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Generosità. Ho iniziato la giornata con questa parola.

“Sostieni in me un animo generoso”

 Ed effettivamente è stata poi il suo filo conduttore. 

Stamattina io, Flavia, alcune mamas, Patrobas e Brian, abbiamo preparato dei biscotti seguendo la mia ricetta. Il loro entusiasmo, la loro gioia, l’accoglienza che ho letto nei loro occhi mi ha riempita di gioia e gratitudine. Il clima stamattina con le mamas era sereno: chi giocava con i bambini, chi cuciva, chi faceva l’uncinetto, chi cucinava. Tutti insieme. Tutti generosamente dedicavano tempo, attenzione e impegno all’altro, loro a noi, noi a loro. Il che non è semplice a mio parere. Decidere di dedicarsi all’altro, ascoltarlo, mettersi in discussione, accettare di imparare e di non conoscere… Le mamas del progetto Inua Mama lo hanno fatto. E lo hanno fatto con una semplicità disarmante. E quanto ci hanno insegnato in poche ore!!! Quanto siamo fortunati a venire qui e ricevere tutto questo. A vedere, a vivere tutta questa generosità.

Nel pomeriggio ci siamo divisi in due gruppi, uno, più grande, è tornato a Bangladesh dopo due anni, uno più piccolino è andato a visitare due famiglie, quella di Anne e quella di Dorin. Io ero nel secondo gruppo, e ho avuto la fortuna di sperimentare la generosità di Anne e Dorin e dei loro figli. Ci hanno accolte in casa loro, una casa piccola, essenziale, con pochi mobili e una stanza sola usata per fare tutto. 

Casa di Anne era molto calda. Ci ha raccontato la sua storia, la storia della sua famiglia. Con dolore ha affrontato nel racconto i momenti più bui, per poi tornare a sorridere mentre parlava dei suoi figli che ora vanno a scuola completamente a sue spese e di come con il progetto Inua Mama aiuti altre mamme a far andare i figli a scuola. Ci salutiamo e mi dice che mi vuole bene. La generosità nel voler bene una sconosciuta che ti è solo venuta a trovare, ti ha portato un dolce e ti ha ascoltata mi ha fatta sentire piccola. Piccolissima ma immensamente grata.

Casa di Dorin è molto buia. Abbiamo ancora nelle orecchie le urla entusiaste di tutti i bambini incontrati per la via ed entriamo in questa casa buia, senza corrente. Ci sediamo e ascoltiamo Dorin raccontarci di sé. È stata molto discreta e riservata, aveva occhi tristi e spenti mentre ci raccontava, occhi aperti e luminosi quando parlava con i figli. Ci salutiamo e le chiedo se posso abbracciarla, lei mi dice di si sorridendo, non si aspettava un abbraccio. La ringrazio per l’ospitalità e lei ci ringrazia a sua volta per essere andati a trovarla. Stavamo già sulla strada del ritorno quando lei ci rincorre per donarci una stoffa. Generosità. Nel suo piccolo, nel suo niente, ci ha tenuto a donarci una stoffa per ringraziarci. Quanta generosità. 

Oggi vivere questa giornata piena di emozioni, insegnamenti, sentimenti, mi ha molto ridimensionata. Mi è stato impossibile nel rifletterci non rendermi conto di quanto, se tutti i giorni della mia, nostra vita, fossero contornati da un solo spicchio di tutta la generosità che ho vissuto oggi, saremmo capaci di vivere e provare felicità. Provare felicità non solo a sprazzi, provare felicità pura, vera, duratura, intensa, inebriante. Quanta gioia c’è nel dare, nel donarsi. La vera sfida però è passare dalle parole ai fatti. Ce la faremo?

Francesca

One Comment

  • Diletta ha detto:

    Che bella questa parola, generosità, raccoglie tutto il senso di quello che è l’esperienza del campo: apprendere in modo totalizzante e donarsi interamente, senza filtri. Grazie per riportarmi lì con i vostri racconti, per la generosità e la spontaneità con cui vi state donando, arriva tutta!
    Buon campo e buon anno

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