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Se mai ci si domandasse come è l’inferno, consiglio un giro a piedi nello slum di Korogocho. Strade non asfaltate e coperte di fango, fogne a cielo aperto con relativo liquame, baracche fatiscenti e bambini che corrono sguazzando giocando ridendo a piedini nudi o con misere ciabattine.
Bambini ovunque, vestiti senza alcun criterio rispetto alle stagioni e al clima (tropicale, molto caldo e umido): alcuni hanno canottierine, altri hanno i pile, le bambine hanno vestiti di organza o magliette stracciate. Fumo dappertutto, tra donne che intrecciano capelli o friggono in mezzo alle mosche, uomini che vendono carbone o accudiscono capre. Un enorme trambusto che mi ha ricordato la prima parte del film “The millioner”. Le case, case?, sono dei tuguri senza pavimento con tetti di lamiera sfondata, tutte appiccicate le une alle altre…
In mezzo a questo disastro, un enorme cancello separa l’inferno da un angolo di paradiso. E’ la missione delle Suore di Madre Teresa di Calcutta nella quale sono andata ieri e oggi.
All’interno diversi padiglioni: le signore disabili, i bambini disabili e i bambini che le suore raccattano nella discarica o che trovano davanti al cancello abbandonati da mamme disperate.
Sono tantissimi, divisi per età ben nutriti e puliti.. Io sono stata nel padiglione dei più piccoli insieme con Chiara, Violetta ed Elena. Ci siamo deliziate a farli giocare, coccolare, dar loro da mangiare, cambiare i pannolini (rigorosamente di stoffa). Sono bellissimi ma prima di lasciarsi andare a qualche risata ce ne vuole. A differenza dei bambini che vivono per la strada, bambini sporchi denutriti ma allegri, questi sono puliti nutriti ma malinconici. Le suore sono magnifiche e si prodigano più che mai, ma i bambini sono tantissimi e possono dedicarsi a pochi alla volta.. Qualcuno di loro ci si è addormentato in braccio, chissà quante altre volte gli sarà capitato… Poi la sorpresa: è arrivata trafelata una suora con una neonata in braccio. Di corsa nel reparto nido, dove sono i piccini fino a tre mesi. Ci siamo accorte che aveva ancora il cordone attaccato e che era stato reciso da poche ore. Massimo l’ha visitata sommariamente: nonostante il peso, 2.800 grammi, la piccola è in ottima salute.
Sister Agnese me l’ha data in braccio con un biberon e così, con un’emozione e una commozione fortissima, mi sono trovata a dare il primo pasto ad una bimbetta con una mamma lontana e forse in lacrime.

Orietta

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