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Abbiamo cominciato la giornata in modo diverso. Siamo andati a messa a Kariobangi, e per la prima volta ho assistito ad una funzione tutta in swhaili. È stata una delle messe più belle a cui mi sia mai capitato di partecipare. A parte la quantità di gente che è venuta, è stato un continuo di canti e anche se non ho capito nulla di quello che veniva detto, non è stato difficile percepire il rispetto che portano verso Dio.10887976_639902342798219_1766784741_n

Erano tutti vestiti a festa, pieni di colori e con i capelli sistemati… Mi hanno detto che la maggior parte di loro venivano dagli slums. Ovviamente addosso rimane sempre la sensazione di non piacere a tutti, stessa sensazione che provo ogni volta che andiamo in giro a vedere le baraccopoli. Oggi, per esempio, siamo stati a Korogocho e Kariobangi. È stato diverso dalla visita di ieri, anche se il panorama era praticamente lo stesso. Odori inimmaginabili, spazzatura ovunque e condizioni di vita bassissime. Nonostante la desolazione che li circonda, i bambini in questi posti ti trasmettono un affetto e una felicità quando ti vedono che non puoi fare a meno di sorridergli a tua volta. Appena passiamo ci raggiungono a decine, ci prendono per mano e ci osservano con occhi colmi di curiosità. Riusciamo a farli divertire veramente con poco, e questo mi fa pensare a quanto di quello che cerchiamo noi nella nostra vita sia veramente necessario per essere felici. E se da una parte c’è l”entusiasmo dei bambini, dall’altra ci sono gli sguardi, gli atteggiamenti e le parole che le persone più adulte ci riservano. È sempre più evidente, andando avanti con i giorni, che non tutti apprezzano la nostra presenza anche se siamo qui solo per divertire i loro bambini.

L’esperienza più forte di oggi è stata la visita all’orfanotrofio delle suore di Madre Teresa. Accolgono donne e bambini con “bisogni speciali”, e li trattano veramente in maniera meravigliosa. Quando sono entrata a vedere i ragazzi che hanno le disabilità più serie, non ho potuto resistere al pianto che mi portavo a presso da ieri. Rendersi conto di come sono costretti a vivere e capire di essere impotenti davanti a tutto questo mi ha completamente destabilizzato. Vedere tutta questa povertà, sporcizia e desolazione e nello stesso momento essere circondati da creature così meravigliose ha un sapore dolce amaro. Cominci veramente a chiederti, come fanno a crescere in tutto questo? Come fanno ad avere un futuro quando intorno a loro non vedono niente di stimolante? Per me, che sono abituata a vivere in un mondo che non può nemmeno essere messo a paragone con questo, è difficile immaginare una vita piena che si possa chiamare tale. Per fortuna in questi slums sono presenti un sacco di organizzazioni e iniziative che cercano sempre di più di portare fuori i bambini dalle strade per insegnargli un lavoro e fargli vedere che oltre tutto questo c’è sempre un futuro e una possibilità per migliorare.

Cecilia

Sono di nuovo qui, impaziente come un bimbo la mattina di Natale di scartare i doni ricevuti. Ecco questo è proprio il regalo più bello che potessi “ri-farmi”: un regalo fatto di volti, di sorrisi, di espressioni, di colore e di cuori pulsanti: l’Africa. Ma è quella parte dell’ombelico del mondo dove tutto acquista un plus di meraviglia, di emozione e di umanità. È il mio regalo più grande, quello che non vorresti mai finire di scartare perché vorresti assaporare ogni istante intenso e speciale di quell’azione che un bimbo compie in pochi attimi e che un bambinone grassottello come me non vorrebbe finire mai.

Ancora una volta colpiscono le mani rivolte al muzungu, a questo white man… mani che chiedono una carezza, mani che si allungano al collo già scottato dal sole cocente per un intenso e infinito abbraccio, mani che abbracciano, che stringono o che salutano accompagnati dalla domanda “how are you?”. Sto bene in mezzo a tutto questo disagio, imparo a ricercare la forza ma non desisto dal tentare di sollevare, alleviare o semplicemente donare un sorriso. Si dice di sorridere sempre perché non si sa mai chi di quel sorriso ne ha grande necessità anche se sembra un gesto vano e irrisorio. Rifacendomi a una lettura di questi giorni so che non posso impedire a nessuno di inciampare ma posso in qualche modo “medicare” il piede ferito, prendere in braccio per un lasso di tempo utile a far superare un istante difficile, finché chi è accolto tra le mie braccia non sarà in grado di camminare con le proprie gambe… aver cura di loro, ecco cosa stiamo facendo… stiamo avendo cura e stiamo ricevendo la miglior terapia ai nostri “mali”. I grandi spazi degli slum, tra il lezzo delle fogne a cielo aperto e la polvere alzata dalle corse frenetiche dei bimbi e dai pochi mezzi in circolazione, la natura selvaggia che anche nella baraccopoli prende possesso del poco spazio disponibile che dipinge un quadro brullo di vivaci colori, i sorrisi delle centinaia di bambini, i grandi silenzi dei più grandi seduti dentro o fuori una baracca mal ridotta… sono tutte cose che confermano quanto poco valore abbiano le nostre problematiche quotidianità e quanto siano futili per dannarci ogni giorno l’esistenza! Qui, ancora si riceve da chi non ha nulla o poco, qui ancora si sorride e si riempiono valige di splendida meraviglia, qui ci sono ancora Jaqueline e Andrew, ospiti “speciali” delle Sorelle della Carità: qui c’è un motivo per gioire nel deserto. E allora lasciatemi continuare a scartare questo regalone speciale, lasciatemi incontrare, lasciatemi capire, lasciatemi distinguere la rassegnazione e l’accettazione, lasciate questo spavaldo insegnante a imparare alla scuola della vita tra i vicoli dello slum e tra chi un domani lo pretende e sa guadagnarselo ad ogni singolo respiro, graffiando una vita nata senza fortuna ma accompagnandola sempre per mano senza mai mollare la presa! Go Africa, goooo!

Guido

10 Comments

  • Orietta ha detto:

    Tre anni fa dalle suore di M. Teresa c’era un bimbo Andrew che aveva circa un anno. Bellissimo e con fare da leader. Ora dovrebbe avere circa 4 anni. Spero non sia lo stesso che nomina Guido, lo immaginavo (sognavo) adottato già da tempo…
    Mi fate sapere se è lui, per piacere, e anche di un bimbo Vincent. All’epoca aveva circa otto mesi e sorrideva sempre…
    È che si rimane sempre un po’ lì….anche se non ci sono più tornata (di persona).

    Un abbraccio a tutti e a Paola in particolare e in particolare proprio oggi ❤️

    Orietta

  • Orietta ha detto:

    p.s.

    La foto di Diletta è spettacolare e parla di lei

  • Costanza ha detto:

    Evviva!!!
    Che bello sapervi li, sapere che tramite voi ci siamo tutti, chi ci e’ stato negli anni passati e chi partira’ gli anni prossimi.
    Vi seguiamo e vi pensiamo.
    Guido mi raccomando la gallina Cesarina!!!!
    Se riuscite andate Quary a salutare per me la piccolaCristina che domani compie un anno, se il Sign

  • Costanza ha detto:

    Un abbraccio forte a tutti
    Costanza

    • Isabella ha detto:

      Mi si stringe il cuore a leggere le vostre sensazioni, le stesse parole che mi ripetevo i primi giorni. Rileggerle mi da tanta gioia ma allo stesso tempo tristezza per non essere ritornata. Grandi ragazzi.
      Vi penso dalla piccola Roma. Cerco di immaginarmi li con voi. Il famoso “mal d’Africa” di cui tutti ne parlano, ora come ora, è alle stelle e pensare che ora sto qua invece che là con voi mi fa perdere la testa.
      Un saluto ai mitici dell’anno scorso e anche agli stra mitici di quest’anno.
      Un grande abbraccio a bro, dile, guido, marcello, piero, gatta e alla magica Paola!

      Kamares kamares!

  • chiara ha detto:

    Cara Cilla
    ho letto con molta attenzione la tua testimonianza
    Ho avuto la sensazione di essere li con te al punto che mi
    sono commossa
    Brava!! penso che tu stia facendo un eperienza molto importante!!
    Baci
    Zia chiara

  • Guido ha detto:

    L’Andrew di cui parlo è un ragazzino disabile di 9 anni, ospite del compound e amorevolmente cresciuto dalle speciali Sorelle della Carità.

  • Chiara ha detto:

    Un ricordo per Giacomo per ieri
    Un abbraccio a Paola da tutti noi
    Chiara Silvano Nick e Romy
    Da Palermo

  • Silvia ha detto:

    Che bello vedere le foto e leggere il vostro diario! Mi riemergono le stesse emozioni di un anno fa e mi sembra di essere lì con voi..
    Vi abbraccio forte!!! Buon proseguimento a tutti!!!

    Silvia

    P.s.
    Mi immagino Guido già tutto rosso come un peperone 🙂

  • Massimo Nevola ha detto:

    Vi seguo a distanza. Anche Sighet è stato un campo molto bello, tra i migliori vissuti in Romania, ma l’Africa è.. Africa! Un forte abbraccio da Roma Massimo

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